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"Grazie"
Scritto da Paolo Carboni   

Grottammare 20.02.2006

Penso al mondo che mi circonda e vivo ogni giorno: la parole che sento sempre meno è GRAZIE.

È una parola che diventa ogni giorno più rara da ascoltare, di certo è comune a tutti noi ricevere o dire un grazie quando riceviamo un dono o è ancora più normale vedere automobilisti che si scambiano un grazie quando, dovendo cambiare corsia, si offre la precedenza all’altro: un grazie per un gesto di cortesia.

Tra qualche ora indosserò ancora una volta la nostra (mia, tua e di tanti altri) meravigliosa uniforme e mi fermo qui a riflettere un po’ con te.

Generalmente si ringrazia Gesù ma questa volta, certo che non si offenderà, voglio dire qualche grazie a te.

Ti voglio innanzitutto ringraziare perché ci hai dato la possibilità di pregare, di riunirci, di fare comunità; sei stata in grado fermare la nostra frenetica corsa quotidiana di mille impegni, pensieri, problemi per trascorrere assieme qualche mezz’ora con un rosario in mano, per qualche celebrazione, per una novena.

La veglia di qualche settimana fa ci ha visiti impegnati nella preparazione, nell’animazione e nel tirar fuori dalle case così tante persone.

Ti ringrazio in particolare per la  novena: una settimana fa, al termine della “nostra” S.S.Messa del sabato prendemmo tutti gli esploratori e le guide presenti e, attorno all’altare, facemmo la proposta della novena di Pier Giorgio Frassati per pregare, ognuno nelle proprie case ma tutti assieme.

All’età di tredici o quattordici anni ancora non si concretizza la malattia, la sofferenza, la morte….la croce. Guardando i loro occhi incontrammo stupore per questa strana parola: “Novena! E che roba è?”.

Allora, ti dico ancora grazie per aver dato a me la possibilità di vivere la mia prima novena e ai nostri ragazzi di scoprire di cosa si tratta. E quando l’esploratore di II tappa ti si avvicina e sottovoce, durante la messa, ti dice:”Paolo, la novena l’ho fatta per Valentina, però per due giorni mi sono dimenticato, ma adesso non ti preoccupare che recupero…” io non posso che dire grazie a te per queste gioie che mi hai donato.

E un altro grazie mi si libera dal cuore: grazie perché mi hai, per un attimo, lavato gli occhi davanti le piccole e grandi sofferenze di cui non ci curiamo (sai cosa c’è? Non abbiamo tempo!!).

Mi hai aiutato a riflettere che  non ci sono solo le grandi croci ma anche quelle piccole e soprattutto ci sono quelle invisibili come spesso ci appaiono invisibili le persone che ne sopportano il peso.

Non so se ti è mai capitato, girando per Grottammare, di incontrare ragazzi, un po’ trasandati, che vagano sempre soli e non parlano mai con nessuno, o passeggiare per il lungomare e, arrivati alla rotonda, voltarsi verso le panchine e incontrare occhi stanchi e affaticati; quante volte non siamo in grado di leggere il volto di Gesù in chi ci è vicino. E a tutti noi hai testimoniato di guardare il volto di coloro che ci sono accanto: “Mi chiedo mai come stanno? Cosa posso fare per loro? Mi capita di pregare per il loro bene?”.

Grazie, quindi, perché mi hai donato nuova energia per pensare all’altro, pregare per chi mi è vicino e spesso non degno nemmeno di uno sguardo o di una parola.

Ti voglio perciò  ringraziare perché mi hai ricordato che esistono anche loro e come loro tanti altri, perché non sia il grande e tragico evento a radunarci a smuovere i cuori ma che il vivere per il prossimo sia la nostra quotidianità, nella fila al supermercato, in auto, a lavoro, in famiglia.

Ci siamo riuniti in tanti attorno a te, voglio credere e sperare che se ognuno di noi donasse una preghiera, un gesto, un sorriso a chi porta croci che sembra piegarli e sommergerli, allora forse….lasceremo il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato.

E visto che mi sono permesso di citare il nostro caro B.P. l’ultimo ringraziamento te lo voglio fare per lo scherzo che mi hai fatto: nel poco tempo che abbiamo condiviso l’essere educatori scout (o meglio, nel tentativo di esserlo!) sai bene che spesso ho avuto modo di contestarti per le modalità con cui vivevi alcune condizioni del nostro essere capi; e tu ogni volta ascoltavi, sorridevi e ripartivi. Magari passava poco tempo e ancora una nuova occasione di discussione. Avrei il desiderio nel cuore di chiederti scusa per aver messo in discussione la tua “professionalità” e le tue motivazioni ma questo non è per me il momento delle scuse ma l’occasione per un altro grazie perché in modo umile e diretto mi hai dimostrato il tuo smisurato amore verso il servizio che abbiamo condiviso e che, in modo diverso, continuiamo a condividere.

Ti incontro per l’ultima volta e che scherzo mi fai: in perfetta uniforme!.

Il colletto della camicia ben riposto sotto il maglione, la gonna-pantalone e il calzettone tirato su e soprattutto il nostro fazzolettone, integro e con il porta-fazzolettone posizionato a metà come pochi ne vediamo ormai.

Avrei voluto fare riunione di Reparto con tutti gli esploratori e le guide attorno a te perché entrambi sappiamo bene quanto conti più la testimonianza delle parole. Oggi si va con il fazzolettone consunto, i pantaloni abbassati all’inverosimile, lunghe e decorate sciarpe a coprire l’ emblema del nostro gruppo.

Grazie, quindi, per il profondo e gratuito attaccamento che hai dimostrato.

Ti ringrazio anche per la nuova vitalità che mi hai saputo donare in questo momento di stanchezza che sto attraversando e mi viene da pensare che forse i preti, nel loro predicare domenicale, hanno ragione quando dicono che la croce dona la vita (o qualcosa del genere).

Dopo tanti grazie, e sai bene quanto fossi telegrafico nel mio parlare con te, voglio però farti riflettere su una piccola questione: ora cominciate a formare uno staff prestigioso e competente, oserei dire che potete coprire tutte le branche: chi fa il capo gruppo tra “brevi discorsi”, chi porta il pulmino e fa la spesa con il motto “prendendo dove sta e mettendo dove manca…vivendo onestamente”, chi è istrionico e grande animatore, chi vive lo scoutismo con smisurata passione.

Sarai la novizia di questo staff, però ricordatevi che portate al collo ancora il nostro fazzolettone e che si è scout per sempre: ricorda a tutti di non lasciarci senza le vostre preghiere e il vostro aiuto.

Ah! Dimenticavo. Con i reparti pensavamo di fare il campo a 500 km da Grottammare….noi andiamo…mi raccomando e soprattutto te li raccomando.

Grazie Vale.

 

Paolo Carboni

 
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