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Sei in: Home Le testimonianze Testimonianze "Sorridevi e sapevi sorridere"

"Sorridevi e sapevi sorridere"
Scritto da Riccardo Di Lorenzo   

“Sorridevi e sapevi sorridere con i tuoi vent’anni portati così, come si porta un maglione sformato su un paio di jeans ... sorridendo come sa sorridere soltanto chi non ha più paura del domani...”

Le passioni ci uniscono, ci legano e senti poi un senso di appartenenza unico nel suo genere che va al di là della passione stessa. Le parole ascoltate si confondono con le proprie emozioni diventando non più condivisibili o quasi. Resta solo la voglia di capire e di capirsi almeno una volta nella vita, superando le proprie timidezze ed insicurezze; potersi aprire con gli occhi chiusi oppure non parlare affatto, lasciando solo allo sguardo il compito.

“…sentiva la balbuzie intellettuale e l’afasia di chi gli domandava per capire…” che godimento per le nostre orecchie, i cuori si aprivano. Nonostante avessimo sentito quella frase migliaia di volte, ogni volta era come la prima. Era la nostra rivincita, non avevamo detto nulla eppure avevamo finalmente vinto, per un solo istante, un battito di ciglio, ma poco importa. È complesso esprimere a parole le sensazioni che abbiamo vissuto, perché neppure noi le abbiamo espresse. Perché non c’era bisogno, tutti e due avevamo la certezza che avremmo rovinato quell’istante.

Quella percezione di vittoria però non c’ha mai abbandonato, noi come cavalieri erranti eravamo sempre li, per rivivere quei momenti unici ed effimeri.

Ogni volta che la mia mente si avvicina a Valentina, il ricordo è sempre lo stesso, quella passione più intellettiva che intellettuale che avremmo voluto vivere a pieno e in effetti ci eravamo promessi un giorno di farlo. Aspettando quel giorno ci limitavamo ad ascoltare insieme con profonda ammirazione, scambiandoci qualche volta le nostre sensazioni. Si, in effetti ci univano diverse passioni, ma quella era amore. Molte cose ti condizionano la vita, ma la nostra passione ti plasma da dentro, non ti fa osservare le cose in modo diverso ma ti dà la consapevolezza che quello che stavi osservando un minuto prima in realtà è tutt’altra cosa. Per questo ci piaceva così tanto; ogni volta era come riscoprire il mondo. Non avevamo la certezza che tutto questo in realtà fosse vero, ma noi lo vedevamo così.

È rimasto dunque il rimorso di quel desiderio, come fosse un ulteriore insegnamento, la trivialità della vita… sono questioni già affrontate vero Vale?!?. “Ma il tempo, il tempo chi ce lo rende?”; dimmi, chi ci dà indietro quella fede cieca nei nostri sgangherati e poveri miti? È un inganno quello che stiamo vivendo?

Spesso si finiva sempre così, vero? Quando ognuno di noi sceglieva la sua parte, un po’ come “il mio Leopardi e le tue teologie”, ma alla fine era divertente ogni tanto ascoltare meno silenziosamente del solito.

Quindi il ricordo ora si confonde, sorriso e tristezza inesorabilmente si mescolano formando un unico sentimento nella mia memoria. L’unica certezza è che ora, mia cara amica, “ogni volta che piangi e che ridi, non piangi e non ridi con me”.

 

“Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”

 
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