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"A Valentina"
Scritto da Michele Rosati   

Scrivere qualcosa su Vale mi ha messo in crisi, non è alquanto facile raccontare “ al mondo” quel che è stato di noi, delle nostre serate, delle nostre chiacchierate, delle nostre discussioni… non ne ho mai voluto parlare troppo con nessuno del nostro “speciale rapporto d’amicizia”che si era istaurato fin da subito,

non sono mai riuscito a trovare le parole adatte ed ogni parola sarebbe stata superfluea… Valentina … le bastava uno sguardo per capire l’intera situazione… Vale è la cosa più preziosa che porto con me … Valentina non è la protagonista di una storia da raccontare, no Valentina era, è e sempre sarà, la protagonista di una storia da vivere: fino in cima (come diceva il “suo” don Tonino  che amava tanto) “perché essere uomini fino in cima significa essere santi…” cosa raccontare di Valentina? La conosco praticamente da una vita… e anche se tra me e lei c’era una differenza di età in senso anagrafico (5 anni) questa non ha mai pesato tra di noi… fin dai primissimi compleanni di Pier Mario. Il nostro legame è andato sempre rafforzandosi anno dopo anno, anche perché mia nonna Giulia era molto amica di sua nonna Raffaellina(nonché parenti) ,uscivano spesso insieme, Raffaellina era sempre presente ai miei compleanni, la mia prima comunione e tutto il resto…insomma c’è sempre stata nei momenti importanti…è grazie anche a questa amicizia tra nonne che il nostro rapporto andava rafforzandosi, ci si salutava in giro e si iniziava a scambiare qualche battuta … io ero quello piccoletto con i capelli a spazzola e ogni volta che andavo a tagliarmi i capelli (da Ferruccio, ma aspettavo sempre che fosse il buon Sergio a servirmi) (suo padre NDR) puntuale come un orologio svizzero c’era presente Valentina che mi faceva sempre la stessa battuta : “me li metti da parte in un sacchetto che me li porto a casa? Stì capelli so troppo soffici” (il tempo e l’invidia degli altri hanno poi “provveduto” ai miei capelliJ)… insomma, grazie a qualche battuta qua e là la nostra amicizia andava costruendosi … poi iniziarono “gli sfottò” associativi (lei era una Scout convinta e io militavo in Azione Cattolica simpaticamente chiamata “Associazione Cani Randagi” come ci si scherzava sempre) ma era una continua goliardia, senza malizia alcuna … a questo punto della storia i ricordi iniziano ad offuscarsi  …  lei era più grande di me e usciva con le ragazze della sua età, io ero considerato  ancora un bambino ( è beh… anche noi abbiamo vissuto questa fase XDXD), ma nonostante questa breve parentesi siamo sempre rimasti grandi amici.

 

Dal suo punto di vista ero io il “troppo maturo” rispetto ai miei coetanei, dal mio punto di vista era lei l’onnicomprensiva che trovava sempre le giuste parole per tranquillizzarmi, per consolarmi …Valentina  c’è sempre stata nella mia vita, non si è mai tirata indietro, quando “il mondo” mi sbatteva le porte in faccia lei era li, pronta ad accogliermi a braccia aperte, merito della sua formazione, delle sue credenze,delle sue sofferenze, ma anche delle sue esperienze di vita e di non vita (Vale già un'altra volta aveva giocato a scacchi con la morte”, quando adolescente era con le amiche a fare tuffi dagli scogli a largo e rischiò di annegare… salvata solo dall’intervento dell’ambulanza…quella partita la vinse lei…)

Con Vale ho condiviso proprio tutto, gioie e dolori… lavorammo insieme per una stagione estiva alla mitica “Gelatissima”… a dire la verità lei era una veterana del mestiere, lavorava li gia da alcuni anni e io ci sono cresciuto in quella gelateria: io e Giulio ( il figlio dell’allora proprietario) eravamo grandissimi amici e io mi muovevo in quella gelateria come se in realtà fosse di mio padre, andavo dietro al laboratorio e rimanevo incantato nel vedere Antonio ( il proprietario) fare il gelato, ogni tanto provavo anche a rendermi utile spremendo qualche arancio o qualche limone, e stando sempre nel laboratorio avevo un buonissimo rapporto con tutti i ragazzi che lavoravano li…ma in quell’anno Antonio e Lavinia avevano deciso di arruolarmi nella loro squadra come cameriere ai tavoli, era l’estate del 2001 e mi ritrovai ad essere collega di lavoro della grande Vale…da quel momento in poi per lei sono  stato per sempre il suo “cameriere”, si mi ha sempre chamato cosi, da quel giorno in poi, sempre, mi ci chiamava in giro, al telefono, me lo scriveva pure per messaggio sono sempre stato il suo cameriere..e per me da quell’estate in poi  Vale è sempre stata la mia “Chil”(l’avvoltoio del “Libro della Giungla”e il suo nome da Scout)…anche quando poi il cammino associativo la portò a cambiare nome per me è rimasta per sempre la mia chil…  in quel periodo passavamo le serate … o forse è meglio dire le nottate, dopo il lavoro, a rilassarci  un po’ all’Osterix (vecchia gestione) come la memorabile sera del mio compleanno, [lo ricordo come se fosse oggi, eravamo tutti seduti nella tavola rotonda ed era oltre l’orario di chiusura del locale, ma nonostante questo Giorgio ( il vecchio proprietario) ci fece ordinare ugualmente proprio perché Vale le disse che c’era da festeggiare il mio 18° compleanno e offrì la serata lui…lo ricordo benissimo perché una cosa cosi con Giorgio non era mai successa prima e non successe mai più dopo J] … se qualche notte faceva più freddo del solito era sempre pronta a prendere la sua macchina e a riaccompagnarmi a casa…

non riesco più a tenere questo distacco mentre scrivo, per cui da questo momento in poi, proprio perché questa non è una storia da raccontare, la terza persona del testo lascia spazio alla seconda…

Mi ricordo quando presi una cottarella per Giulia ( si chiamava cosi Valentì,no?) una ragazzina umbra che veniva ogni sera a prendere il gelato con la sua nonna e io che non riuscivo a dirle due parole affilate, e tu eri sempre li pronta a spronarmi, a tirarmi fuori le parole di bocca, senza mai dire nulla a sproposito... porto nel cuore tutti quei pomeriggi passati a chiacchierare nel negozio di ceramiche davanti la Sagrestia dove lavorava Isa e dove qualche volta hai lavorato anche tu…quanto ne sa di noi quel gradino della vetrata del negozio (ancora oggi esistente, li al suo posto) dove sedevamo interi pomeriggi … sei stata te a starmi vicino quando se ne andò zia Teresa … mi leggesti la lettera che Epicuro scrive a Meneceo sulla felicità… e chi se la scorda più Valentììììì:

“Prima di tutto abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità. Quando noi viviamo, la morte non c'è, quando c'è lei, non ci siamo noi. Il vero saggio, come non disdegna vivere, così non teme di non vivere più. Come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce. Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene ed il vecchio a ben morire è stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte".

Sei stata sempre te a starmi vicino con la mia crisi vocazionale… proprio quando non sapevo più chi ero e dove stavo andando sei arrivata te a farmi luce sul mio cammino e a tranquillizzarmi dicendomi che non dovevo fare per forza una scelta che non mi sentivo di fare… non dovevo per forza tornare in seminario perché (e sono più o meno parole tue): “nella vita non è mai solo bianco o solo nero,no, la vita è piena di sfumature, non pensare al sacerdozio come unica via d’uscita … Dio non ti obbliga mai a fare una scelta, vuole da te solo la tua felicità,ti chiede solo quello che puoi dargli, non ti chiede l’impossibile, se per te fare questa scelta significa dare a Dio l’impossibile allora lascia perdere tutto perché quella non è la strada giusta da prendere” e Valentì chi mi conosce bene lo sa oggi queste tue parole sono diventate la mia filosofia di vita… mi invitasti a provare con l’università Teologica di Fermo la stessa università che stavi facendo te, volevi diventare insegnante di Religione e per un tempo sfortunatamente breve sei riuscita a portare avanti questo tuo grande sogno…mi dicevi che frequentando l’Università Teologica finalmente avrei capito cosa Il Signore voleva da me e una volta capito sarei stata la persona più felice che esista…e cosi è stato Valentì…andavamo a lezione insieme io, tu e Roberta, e il sabato tutti in macchina cin Pietro J (a proposito questo è uno scoop fresco fresco, dopo anni e anni Pietro ce l’ha fatta a prendere il Diaconato), quante cagate ci siamo detti Vale,quante cretinate abbiamo fatto insieme … te la ricordi Pocciones?…e la Perina? Si dai la libraia di Piazza dell’Aquila … che ridere … e Sebastiano????? Quello te lo ricordi èèè??? Era partito per il Collegio Irlandese …poi…tu non ce l’hai fatta Valentì, ma io poi ci sono stato alla sua ordinazione…

Non vado più a lezione dal Dicembre 2005 … l’ultima volta che ho assistito ad una lezione è stato con te, nel triennio … se non erro c’era una lezione di Albanesi .. beh Vale a te mancava cosi poco per prendere questa tanto amata Laurea in Teologia …  ma c’eravamo promessi di tornare a lezione insieme … e io non ce l’ho fatta a tornare in aula senza te Chil … troppi ricordi, troppi flash back, Valentini, Orazi, Gervaso, o anche solo quei luoghi (come il muretto all’ingresso in cui hai “battezzato” la fiancata della macchina nuova presa nemmeno da una settimana) mi mettono il magone addosso ..  non ce l’ho fatta proprio a tornare in via Sant’Alessandro ad eccezione di una volta, un'unica volta in cui sono stato costretto ad accompagnare qualche amico alla rivendita Scout ( che è dietro la facoltà) ..  ma sono passato da dietro però dalla Biblioteca, non ho avuto il coraggio di accedere dall’ingresso principale e rivedermi quel muretto li ..  nel pieno della mia crisi, tu mi dicevi di star tranquillo, di non preoccuparmi, perché “nulla è impossibile a Dio” e un giorno sarei stato veramente felice … avevi ragione anche in questo Vale … non vorrei trarre conclusioni troppo affrettate ma questo è il momento in cui mi sento veramente felice… anche se quando te ne sei andata ce l’ho avuto un periodo di smarrimento è … ma dopo questo primo periodo ho iniziato a rialzarmi ed ho preso a combattere con me stesso … quasi nulla nella mia vita stà andando cosi come avevo erroneamente progettato, non ho terminato gli studi universitari… anzi …diciamo pure che per un periodo me ne sono strafregato di tutto ciò che avevo imparato in quel tempo …  avevo abbandonato le attività in AC e in parrocchia (consegnando il gruppo chierichetti nelle mani di Cristiana e Lorenzo) e oggi a distanza di 5 anni dall’accaduto sono felice di aver ripreso le attività in AC (grazie anche alla maestria dei miei amici che hanno notato un certo interresse in me e non mi hanno lasciato scappare)… ma come dicevi te Vale sono felice, felice perché consapevole di fare la cosa giusta, ed è questo quello che conta … si … sono felice con le mie scelte (quando gli altri volevano portarmi verso una strada che non mi apparteneva io ho detto no grazie a te, e oggi sono felice), sono felice con la mia vita perché ho trovato la mia strada ed ora sò anch’io (perché l’ho provato sulla mia pelle) che “nulla è impossibile a Dio”, per davvero … e so anche che in tutto il mio cammino ci sei tu, tu non mi hai mai abbandonato, lo vedo dalla forza che ricevo ogni volta che mi rivolgo a te, ogni volta che vengo a sfogarmi, a chiederti ancora oggi consigli sul “come muovermi”,  consigli sul da farsi,  puntuale arriva l’illuminazione che mi fa fare scelte giuste … anche se (qualche volta è capitato) le mie scelte sembravano mettermi contro qualcuno io ero tranquillo perché sapevo di fare la scelta giusta, ed è tutto merito tuo e dei tuoi insegnamenti Vale “ Se Dio è con noi chi sarà contro di noi?”

Grande Vale quest’oggi – mentre tornavo a casa e progettavo di scriverti questo testo – mi sono fermato ad uno Stop, proprio quello sotto casa tua e un piccione americano bianco ( simile ad una colomba) si è involata dal ciglio della strada,; mi ha seguito per un breve pezzo di strada, volando basso davanti alla macchina, “tra cielo e terra”, libero e sereno. Ho sorriso. Ed ho guardato il Cielo…

Da quando sei partita, sono accadute un mucchio di cose…ma penso che già lo sai, e poi…. non mi va di fare la solita cosa, in cui ci si spertica in ricordi, complimenti, memorie. Ognuno fa ciò che vuole, ciò che sente…è una delle cose che dicevi sempre tu…Non so se abbia senso dire che ho un debito gigantesco con te: ma certo è che senza quel tuo sorriso e quella stretta a quattro mani e quella tua raccomandazione, non avrei mai scoperto molte e molte cose. E non avrei incontrato quei pochi, fedeli Compagni. tutti sfiorati dal tuo Amore. Naturalmente, tutti ti ricordano, ognuno a suo modo. Mi manchi molto, anche se ogni tanto vieni a trovarmi nei miei sogni…mi hai dato tanto, più di quanto potessi aspettarmi o meritarmi, e mi hai acceso – di nuovo – il Cuore innamorato. Ho pensato di far ascoltare qualche tuo testo, in occasione di una serata che stiamo organizzando con alcuni amici, così forse qualcuno, ascoltandoti, potrà rendersi conto di come dentro una ragazza semplice, buona, colta, innamorata, fedele, con i suoi difetti ed i suoi pregi, vivesse anche la Compagna e la Maestra…. E se una cosa deve accadere, accade…no?

Scriverti mi ha liberato da un peso che mi “schiacciava” il cuore, come se quel nodo alla gola, che mi soffocava da qualche tempo, si fosse sciolto. Ora mi sento leggero; è strano…. In qualunque posto tu ti trovi, sono sicuro che sei felice e non ci dimenticherai, come neanche noi  ti potremmo mai dimenticare… chilletta!!!!!!!!!!!

 

Michele

 
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