Ore 16.21

Avevo appena scritto domenica qste pagine che le  rileggevo x sentir ancor + forte la mia malinconia, il mio sentirmi abbandonata … il mio grido verso Dio era di rabbia e tristezza … urlavo ma pensavo ad 1 altro sterile sfogo … neanche 2 min dopo il mio chiudere qsto diario che mi arriva come 1 doccia fredda  ma piacevole la telefonata di don (…) e mi chiede degli studi e poi mi dice che ci sarebbe 1 supplenza, ma rimane sul vago … dicendomi che tra qualche momento mi avrebbe fatto risapere perché era indeciso tra me 1 altra!

Ore 18.25

Sono qui a casa, grazie buon Dio, in convalescenza tra pensieri e stranezze, tra acciacchi e solitudine.

Ho fatto ritorno giovedì 11 pomeriggio alle 18.00, ho ancora il drenaggio sulla ferita … qui a Grottammare c’è aria di ferragosto ma x me non c’è nessun’ aria di festa o di compagnia. In questi miei duri gg il pensiero + ricorrente è stato mio padre e la sua malattia. Alla solitudine in generale che 1 malato vive quando dopo qualche saluto doveroso , di circostanza, ma anche d’amore, ci si ritrova soli anzi ancora + soli xchè con te c’è il pensiero della malattia o cmq della situazione che ti costringe a star a casa …  quando va bene.