Lettera a Don Tonino... Stampa

Caro don Tonino,

oggi sono io che scrivo a te.

Ti ho conosciuto all’incirca dieci anni fa, quando un amico mi regalò un libro scritto da te e da quel dì non ho potuto fare a meno della tua presenza seppur senza mai vederti.

Oggi, caro don, sono qui che presento la mia tesi dopo anni di studio teologico e già da sempre avevo dentro il desiderio di parlare di te, del “mio” don Tonino. Perché più di chiunque altro uomo sei stato e sei, il concreto e l’essenziale, del comandamento più vero e pieno che Cristo ci ha lasciato:  “ Non c’è amore più grande che dare la vita per il proprio fratello”.

Tu che ti sei vestito di “ stola e grembiule” per servire l’ultimo, per amare con la discrezione del silenzio, ma anche con la tenacia di chi ha dentro lo Spirito ardente di Dio.

Hai puntato sempre all’essenziale e non ti sei mai perso in sterili parole o falsi atteggiamenti.

Un vescovo che non ha mai voluto orpelli e riconoscimenti; ti facevi chiamare “don Tonino” da tutti, andavi in giro con le suole delle scarpe bucate perché avevi altro di più importante a cui pensare e il tuo episcopio era divenuto dimora per chi non l’aveva…tu eri tutto questo e molto di più.

Sai, nel cuore ho l’icona di te, servo di Dio in tutto e per tutto; dalla semplicità delle tue umili radici da dove hai sempre attinto del genuino per divenire un buon Pastore di anime, poi il tuo carisma unico e inconfondibile, affascinante e limpido, di chi ha la certezza di avere a fianco un partner grande come Dio.Ciò non ha mai allontanato nessuno da te, ma al contrario ti ha dato la grazia di divenire povero per stare con i poveri e aiutarli.

Il tuo servizio di lotta e amore contro le ingiustizie più delittuose dell’essere umano come l’aborto, la guerra, lo sfruttamento e le atrocità di ogni genere ti hanno sempre portato ad essere prete di frontiera, a sporcati le mani e mai ad assistere come giudice statico dietro cortine di ipocrisie e incoerenze.

Grazie don Tonino perché con il tuo agire hai dato testimonianza che ci vogliono “ braccianti” attivi nella vigna del Signore e non fannulloni che masticano soltanto belle morali.

Lo so che agire è dura e che i ciottoli “della mulattiera del calvario” ci fanno cadere e spesso perdere di vista il nostro orizzonte, perché purtroppo in quei momenti l’unica cosa che abbiamo di fronte è la polvere della terra con cui ci siamo sporcati dentro e fuori, ma tu don Tonino, voce di Cristo, ci consoli dicendoci: “Coraggio, la tua storia crocifissa è già impregnata di Risurrezione” .

Ecco che nel mio animo riecheggia quello che ti accadde nel Duomo vecchio di Molfetta, quando  all’interno della chiesa, il tuo sguardo si posò su di un grosso crocifisso di terracotta, appoggiato ad una parete nuda con una posizione precaria perché visto che era stato un regalo, il buon parroco doveva ancora destinargli un posto ben preciso. Allora, nel frattempo, sul crocifisso per scanso di equivoci, il  prete aveva appoggiato un cartellino con sù scritto “collocazione provvisoria”. E tu da quell’attimo non hai mai smesso di annunciare che era proprio così…”La  croce, anche durasse una vita, è sempre collocazione provvisoria”.

Grazie don Tonino perché ci hai ricordato e soprattutto sottolineato, in parole di esperienza umana, quel Messaggio straordinario di dono e  speranza che duemila anni fa, si fece Carne.

Ora la  mia mente è piena di parole e situazioni che vorrebbero saltar fuori tutte insieme per dipingere al meglio il tuo profilo commisto di due realtà; quella di uomo e quella di prete, divenuta un’unica: il vero volto del cristiano, a immagine e somiglianza di Dio.

Il mio accorato desiderio, in questo elaborato, è di parlare con te e su di te, con semplicità e affetto, così come hai sempre fatto tu con tutti e anche con me, pur non conoscendomi.

Permettimi di salutarti come eri solito far tu e di augurare ad ogni figlio di sentirsi dire le medesime parole dal Padre : “ Coraggio e non temere! Ti voglio bene sine modo” .

Valentina

 

(introduzione della tesi di laurea)